Perché il bergamotto fa bene alla salute

Perché il bergamotto fa bene alla salute

Perché il bergamotto fa bene alla salute?

Tra le piante medicinali, il cibo che cura e ogni riferimento fitoterapico, il bergamotto è sicuramente l’alimento che più si contraddistingue, il più riconosciuto ed anche quello che si presta ad ulteriori ricerche.

Il bergamotto è un agrume superstar, un superfood che ogni università nel mondo ha analizzato e implementato un piano di studi e ricerca, ecco che da ogni angolo di pianeta ogni giorno arriva una conferma o una nuova applicazione salutistica.

Elenchiamo i prodotti e sottoprodotti del bergamotto per evidenziarne le peculiarità.

Il prodotto più antico è sicuramente l’olio essenziale, a parte l’applicazione profumiero, ai primi del novecento molti medici lo utilizzavano come antivirale ed antisettico. Ancora oggi è valido e regge il confronto anche con moderne miscellanee chimiche e complesse.

Un decennio addietro, a Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria le Università cittadine iniziano una serie di consultazioni e ricerche sul succo di bergamotto. L’Unical di Cosenza per prima scopre e conferma che il succo di bergamotto, presenta rispetto ad altri succhi di Citrus, un elevato contenuto di flavonoidi; inoltre esibisce un peculiare profilo flavonoidico (neoeriocitrina, neoesperidina, naringina, poncirina, rutina, neodesmina, rhoifolina) caratterizzato da una elevata percentuale di poncirina.

Il potenziale farmacologico del succo di bergamotto

Con le caratteristiche già espresse dall’Unical e successivamnete universalmente confermate da altre ricerche e studi medici internazionali, il Succo di bergamotto esprime il suo potenziale farmacologico. I meccanismi d’azione sono attribuiti alla frazione flavonoica ed indirizzati nella prevenzione e nel trattamento dell’aterosclerosi. Ecco il consiglio generalizzato di utilizzarlo contro il colesterolo, glicemia e trigliceridi.

Il bergamotto aiuta a prevenire la steatosi epatica, ovvero l’accumulo di grasso al fegato.

Nel 2019 altra conferma medica, la ricerca attribuisce al succo di bergamotto di Reggio Calabria come difesa naturale contro la steatosi epatica:
Lo studio condotto dall’Università di Catanzaro è pubblicato sulla rivista internazionale Nature Scientific Reports.

Il consumo intensivo e prolungato di succo di bergamotto suggerisce un consulto medico.

Le polveri da essiccazione col – metodo AICAL – del Bergamotto di Reggio Calabria

L’estratto secco di bergamotto è una sorpresa di questo periodo covid. L’Università di Roma La Sapienza, pubblica uno studio sulla capacità inibitoria per il covid 19 della naringenina, una sostanza flavonoica di cui nel bergamotto c’è una grande quantità.

In un periodo antecedente (2017) l’Associazione a tutela del tipico in Calabria, la AICAL, commissiona uno studio su un particolare metodo di realizzazione di farina di bergamotto. Le polveri analizzate evidenziavano l’importante presenza di naringenina ed altri composti che possono essere utilizzati per azione farmacologica.

Il contenuto di naringenina nell’estratto AICAL

Proprio l’elemento naringenina citato dalla Sapienza è evidenziato nelle analisi del bergamotto secco.
Studi sperimentali mostrano capacità antinfiammatorie ed antiossidanti dei polifenoli di origine vegetale, con attività inibitorie sul processo aterosclerotico. 
Studi condotti in vivo hanno documentato che naringina può rallentare l’aterogenesi e questa azione biologica sembra essere correlata con l’inibizione dell’espressione delle molecole di adesione intracellulare-1 ( ICAM-1). Inoltre è stato dimostrato che neoeriocitrina e rutina sono in grado di inibire l’ossidazione delle LDL in vivo.

Sempre tenendo conto della formulazione dell’estratto secco di bergamotto è notizia di questi giorni di un recente lavoro in relazione al Covid 19, sembrerebbe che alcuni dei componenti del bergamotto sono addirittura più efficaci di farmaci sintetici, lo dichiara l’immunologo Mauro Mineli:
In un recente lavoro scientifico (‘Active Compounds Activity from the Medicinal Plants Against Sars-CoV-2 using in Silico Assay’ – Biomed Pharmacol) che ha utilizzato come confronto farmaci sintetici raccomandati dalla Fda come remdesivir, ribavirina e lopinavir, clorochina e idrossiclorochina, si è visto come questi principi attivi abbiano mostrato un minore effetto inibitore nei confronti delle proteine Mpro e S rispetto all’esperidina, la pectolinarina, l’epigallocatechina gallato e rhoifolina. Tra l’altro, l’esperidina sembra avere anche un’eccellente affinità per la Tmprss2, una proteasi transmembrana importantissima per la diffusione del Sars-CoV-2 all’interno della cellula“, dice Minelli.

Fonte:
https://www.adnkronos.com/covid-minelli-molecole-naturali-possibile-scudo_4bAFHL3Bc5deR8K5SNbjUD?refresh_ce

Ecco perché il bergamotto fa bene alla salute.

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